CURIOSITA' SULL'IRLANDA! :)
Sorprendente che in un territorio così piccolo ci siano così tante fortezze; ma dovete sapere che Edoardo VI promise una donazione di 10 sterline a chiunque costruisse un castello sull’isola perché voleva per rafforzare i confini del suo regno. I Castelli irlandesi nascondono tutti i tipi di segreti, tradimenti e omicidi e storie mitiche.
Non c'è da stupirsi che i trifogli siano un simbolo iconico dell’Irlanda. Secondo la leggenda, è considerata una pianta sacra, perché le sue foglie formano una triade, e il numero 3 era una cifra mistica nella religione celtica, e anche in quella cristiana. Quando il cristianesimo arrivò sull'isola, il trifoglio ha ripreso un ruolo importante in quanto si dice che San Patrizio cristianizzò l'isola attraverso il trifoglio, infatti sembra una croce, ogni foglia simboleggia la Santissima Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).
Cattura un leprechaun! (Un che cosa?)
Tra i più importanti personaggi della tradizione irlandese troviamo i classici folletti che abitano l'isola. Il Leprechaun producono e riparano scarpe, e si dice che siano molto ricchi, siano in possesso di vasi pieni d’oro. Secondo la leggenda, se qualcuno riesce a fissare lo sguardo su un folletto, non può scappare e deve darvi i suoi tesori! Solitamente vengono rappresentati vestiti di verde con pipa e cappello.
Noi tutti conosciamo la passione degli irlandesi per l'alcol e la musica, quindi è comune trovare ogni giorno un gruppo di musica tradizionale in un pub irlandese, dove non solo si canta e si balla, ma, a volte, si raccontano le leggende e le storie mitiche dell’isola. A detta di tutti, il diluvio universale ha colpito l'isola spopolandola; le prime persone a ripopolare l'isola furono un produttore di birra e un distributore di bevande alcoliche. Ecco che si spiegano molte cose...
- Sapete perché ci sono tanti castelli in Irlanda?
Sorprendente che in un territorio così piccolo ci siano così tante fortezze; ma dovete sapere che Edoardo VI promise una donazione di 10 sterline a chiunque costruisse un castello sull’isola perché voleva per rafforzare i confini del suo regno. I Castelli irlandesi nascondono tutti i tipi di segreti, tradimenti e omicidi e storie mitiche.
- Perché il trifoglio è rappresentato dappertutto?
Non c'è da stupirsi che i trifogli siano un simbolo iconico dell’Irlanda. Secondo la leggenda, è considerata una pianta sacra, perché le sue foglie formano una triade, e il numero 3 era una cifra mistica nella religione celtica, e anche in quella cristiana. Quando il cristianesimo arrivò sull'isola, il trifoglio ha ripreso un ruolo importante in quanto si dice che San Patrizio cristianizzò l'isola attraverso il trifoglio, infatti sembra una croce, ogni foglia simboleggia la Santissima Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).
- Cos’è un folletto?
Cattura un leprechaun! (Un che cosa?)
Tra i più importanti personaggi della tradizione irlandese troviamo i classici folletti che abitano l'isola. Il Leprechaun producono e riparano scarpe, e si dice che siano molto ricchi, siano in possesso di vasi pieni d’oro. Secondo la leggenda, se qualcuno riesce a fissare lo sguardo su un folletto, non può scappare e deve darvi i suoi tesori! Solitamente vengono rappresentati vestiti di verde con pipa e cappello.
- Da dove deriva la passione per la birra?
Noi tutti conosciamo la passione degli irlandesi per l'alcol e la musica, quindi è comune trovare ogni giorno un gruppo di musica tradizionale in un pub irlandese, dove non solo si canta e si balla, ma, a volte, si raccontano le leggende e le storie mitiche dell’isola. A detta di tutti, il diluvio universale ha colpito l'isola spopolandola; le prime persone a ripopolare l'isola furono un produttore di birra e un distributore di bevande alcoliche. Ecco che si spiegano molte cose...
LEGGENDE IRLANDESI!
La mitologia celtica è popolata da creature buffissime, a volte deformi, a volte soltanto molto piccole, alcune maligne, altre benevoli, tutte accomunate dalla caratteristica di avere nomi impronunciabili, almeno per chi non conosca il gaelico….Gli irlandesi, allegri buontemponi, da bravi ex – pagani, anche dopo la conversione al Cristianesimo non si sono scordati dei loro vecchi dei che, pur avendo assunto dimensioni decisamente minuscole, vanno comunque nutriti, riveriti ed adeguatamente rispolverati ad uso e consumo turistico (beh, che volete, dei o mortali, ognuno deve fare la sua parte per aiutare il P.I.L.!!). Ecco quindi che gnomi, fate, leprechauns, sirene, banshee, pooka e changeling sono stati reclutati per incrementare le vendite di graziosi quanto inutili ninnoli per turisti… tuttavia, con la stessa scettica diffidenza con la quale la gente insiste comunque a leggere quotidianamente il proprio oroscopo, per la serie “non è vero, ma ci credo” circola ancor oggi tutta una serie di credenze sull’esistenza di queste mitiche creature, sul loro stile di vita e sui sistemi più adatti per ingraziarsi i loro favori. Anche perché alcune di loro possono magari esaurire tre desideri o guidarvi al luogo in cui si trova una pentola piena d’oro… e in tempi di crisi economica, un sia pur piccolo affidamento su queste cose può tornare utile!
La mitologia celtica è popolata da creature buffissime, a volte deformi, a volte soltanto molto piccole, alcune maligne, altre benevoli, tutte accomunate dalla caratteristica di avere nomi impronunciabili, almeno per chi non conosca il gaelico….Gli irlandesi, allegri buontemponi, da bravi ex – pagani, anche dopo la conversione al Cristianesimo non si sono scordati dei loro vecchi dei che, pur avendo assunto dimensioni decisamente minuscole, vanno comunque nutriti, riveriti ed adeguatamente rispolverati ad uso e consumo turistico (beh, che volete, dei o mortali, ognuno deve fare la sua parte per aiutare il P.I.L.!!). Ecco quindi che gnomi, fate, leprechauns, sirene, banshee, pooka e changeling sono stati reclutati per incrementare le vendite di graziosi quanto inutili ninnoli per turisti… tuttavia, con la stessa scettica diffidenza con la quale la gente insiste comunque a leggere quotidianamente il proprio oroscopo, per la serie “non è vero, ma ci credo” circola ancor oggi tutta una serie di credenze sull’esistenza di queste mitiche creature, sul loro stile di vita e sui sistemi più adatti per ingraziarsi i loro favori. Anche perché alcune di loro possono magari esaurire tre desideri o guidarvi al luogo in cui si trova una pentola piena d’oro… e in tempi di crisi economica, un sia pur piccolo affidamento su queste cose può tornare utile!
Il Leprechaun
È senza dubbio il più famoso folletto irlandese, al punto che a Dublino gli è stato dedicato un museodi recente apertura. Oltre a ciò è l’unico che si sia conquistato il diritto ad un attraversamento pedonale opportunamente segnalato, cosa più che giusta date le sue minuscole dimensioni e la confusione che la guida sinistra provoca nei turisti che noleggiano l’auto per le loro vacanze… vediamo perciò di conoscere meglio questo piccolo grande personaggio della mitologia irlandese.
Il nome bizzarro deriva dal gaelico “leath bhrogan” che significa “calzolaio”, infatti, il nostro minuscolo ometto è l’unico in tutto il popolo dei folletti ad avere un’attività: e già ,mentre gli altri ballano, cantano, ridono e fanno l’amore, il leprechaun s’industria al suo deschetto per fabbricare le scarpe che i suoi colleghi consumano a furia di gighe sfrenate; forse è per questo che, un po’ frustrato dalla sua situazione lavorativa, lo si trova quasi sempre in stato di ebbrezza, dovuta al potcheen fatto in casa… Oltre al suo lavoro di ciabattino, il leprechaun è anche il guardiano di favolosi tesori, di solito monete d’oro custodite in un pentolone situato alla fine dell’arcobaleno. Chiaro che lui sa dove finisce, voi no, e così se il dorato metallo vi fa gola, dovete tentare di catturare un leprechaun!
Il metodo di cattura è il seguente: ritagliate un’apertura superiore in una scatola di cartone dipinta di verde e dissimulate l’ingresso con un pezzo di carta (verde!!) piuttosto spesso, in grado di sostenere il peso di qualche moneta (non chiedete in che valuta, fatevi un bel giro su qualche sito di finanza!!). Piazzate la trappola su un cespuglio o tra i rami bassi di un albero, e dissimulatene la presenza con erbe, trifogli e quant’altro. Se avete fatto tutto per bene, il leprechaun, attratto dalle monete, cadrà dentro la scatola, dove voi avrete predisposto anche un bel bicchierino di potcheen, con il quale l’ingordo nanetto si sbronzerà, rendendo la cattura un gioco da ragazzi! Attenzione: essendo una creaturina furba e velocissima, non mollatelo finchè non vi avrà condotto alla pentola d’oro e non accettate nessuna delle due monete che egli porta nella sua borsa; la moneta d’argento ritorna magicamente nel suo borsellino ogni volta che viene spesa, mentre quella d’oro si trasforma in cenere, foglie secche o pietra nelle mani dell’ingenuo che l’ha presa in pagamento per la libertà del malefico piccoletto…Già direte voi, ma come faccio ad acchiappare qualcosa se non so neppure com’è fatto? Presto detto: il leprechaun è piccolo, con vestiti verdi di vecchia foggia ed un cappello con fibbia estremamente comune (lo troverete in tutti i negozi di souvenir, anche in formato gigante da “rugby supporter”); rosso di barba e di pelo, con tanto di pipa in terracotta e scarpe con fibbia.
È senza dubbio il più famoso folletto irlandese, al punto che a Dublino gli è stato dedicato un museodi recente apertura. Oltre a ciò è l’unico che si sia conquistato il diritto ad un attraversamento pedonale opportunamente segnalato, cosa più che giusta date le sue minuscole dimensioni e la confusione che la guida sinistra provoca nei turisti che noleggiano l’auto per le loro vacanze… vediamo perciò di conoscere meglio questo piccolo grande personaggio della mitologia irlandese.
Il nome bizzarro deriva dal gaelico “leath bhrogan” che significa “calzolaio”, infatti, il nostro minuscolo ometto è l’unico in tutto il popolo dei folletti ad avere un’attività: e già ,mentre gli altri ballano, cantano, ridono e fanno l’amore, il leprechaun s’industria al suo deschetto per fabbricare le scarpe che i suoi colleghi consumano a furia di gighe sfrenate; forse è per questo che, un po’ frustrato dalla sua situazione lavorativa, lo si trova quasi sempre in stato di ebbrezza, dovuta al potcheen fatto in casa… Oltre al suo lavoro di ciabattino, il leprechaun è anche il guardiano di favolosi tesori, di solito monete d’oro custodite in un pentolone situato alla fine dell’arcobaleno. Chiaro che lui sa dove finisce, voi no, e così se il dorato metallo vi fa gola, dovete tentare di catturare un leprechaun!
Il metodo di cattura è il seguente: ritagliate un’apertura superiore in una scatola di cartone dipinta di verde e dissimulate l’ingresso con un pezzo di carta (verde!!) piuttosto spesso, in grado di sostenere il peso di qualche moneta (non chiedete in che valuta, fatevi un bel giro su qualche sito di finanza!!). Piazzate la trappola su un cespuglio o tra i rami bassi di un albero, e dissimulatene la presenza con erbe, trifogli e quant’altro. Se avete fatto tutto per bene, il leprechaun, attratto dalle monete, cadrà dentro la scatola, dove voi avrete predisposto anche un bel bicchierino di potcheen, con il quale l’ingordo nanetto si sbronzerà, rendendo la cattura un gioco da ragazzi! Attenzione: essendo una creaturina furba e velocissima, non mollatelo finchè non vi avrà condotto alla pentola d’oro e non accettate nessuna delle due monete che egli porta nella sua borsa; la moneta d’argento ritorna magicamente nel suo borsellino ogni volta che viene spesa, mentre quella d’oro si trasforma in cenere, foglie secche o pietra nelle mani dell’ingenuo che l’ha presa in pagamento per la libertà del malefico piccoletto…Già direte voi, ma come faccio ad acchiappare qualcosa se non so neppure com’è fatto? Presto detto: il leprechaun è piccolo, con vestiti verdi di vecchia foggia ed un cappello con fibbia estremamente comune (lo troverete in tutti i negozi di souvenir, anche in formato gigante da “rugby supporter”); rosso di barba e di pelo, con tanto di pipa in terracotta e scarpe con fibbia.
un Cluricaun
La Banshee
Il nome gaelico “bean-sidhe”, da ban - donna- e shee -fata, indica per l’appunto una fata, cioè una creatura che, secondo la leggenda, è un angelo caduto in peccato, non abbastanza buono per essere salvato, ma neanche tanto malvagio da essere dannato… Nello specifico, questo nome è poi passato a definire una lugubre prefica fatata, il cui ululato altissimo, sinistro e straziante annuncia la morte imminente di un membro delle 5 casate anticamente più rinomate d’Irlanda: O’Neill, O’Grady, O’ Brien, O’Connor e Kavanagh. Di solito avvolta in un lungo mantello grigio con tanto di cappuccio, l’orribile vecchiaccia menagramo (che può assumere però anche l’aspetto di una fanciulla soave o di una imponente matrona) è conosciuta in alcune zone d’Irlanda come “bean-nighe” cioè “lavandaia”, in quanto è stata spesso vista nell’atto di lavar via le macchie di sangue dagli abiti di coloro che stanno per morire. In pratica, anche in un epoca in cui le serie come CSI erano ben lontane dall’esser concepite e realizzate, i bravi contadini irlandesi riuniti attorno al focherello di torba avevano comunque i loro spauracchi di cui rabbrividire….
Il lamento della banshee viene descritto in molti modi, simile al verso di un gufo, oppure basso e melodioso, o ancora talmente acuto da spezzare i vetri; alcuni dei fortunati (?) che hanno potuto sentirlo si sono anche presi la briga di riprodurlo in musica.
Il nome gaelico “bean-sidhe”, da ban - donna- e shee -fata, indica per l’appunto una fata, cioè una creatura che, secondo la leggenda, è un angelo caduto in peccato, non abbastanza buono per essere salvato, ma neanche tanto malvagio da essere dannato… Nello specifico, questo nome è poi passato a definire una lugubre prefica fatata, il cui ululato altissimo, sinistro e straziante annuncia la morte imminente di un membro delle 5 casate anticamente più rinomate d’Irlanda: O’Neill, O’Grady, O’ Brien, O’Connor e Kavanagh. Di solito avvolta in un lungo mantello grigio con tanto di cappuccio, l’orribile vecchiaccia menagramo (che può assumere però anche l’aspetto di una fanciulla soave o di una imponente matrona) è conosciuta in alcune zone d’Irlanda come “bean-nighe” cioè “lavandaia”, in quanto è stata spesso vista nell’atto di lavar via le macchie di sangue dagli abiti di coloro che stanno per morire. In pratica, anche in un epoca in cui le serie come CSI erano ben lontane dall’esser concepite e realizzate, i bravi contadini irlandesi riuniti attorno al focherello di torba avevano comunque i loro spauracchi di cui rabbrividire….
Il lamento della banshee viene descritto in molti modi, simile al verso di un gufo, oppure basso e melodioso, o ancora talmente acuto da spezzare i vetri; alcuni dei fortunati (?) che hanno potuto sentirlo si sono anche presi la briga di riprodurlo in musica.
La Mermaid
La parola gaelica “moruadh” deriva dall’insieme di muir (mare) e oigh(fanciulla): in italiche parole, si tratta insomma della sirena. A beneficio dei soli turisti di sesso maschile, la sirena viene facilmente avvistata sulle coste più selvagge dell’ovest; queste bellissime fanciulle non sono contrarie a frequentazioni umane, anche perché le poverette trovano i maschi della loro specie (verdi, puzzolenti, con i denti aguzzi ed occhi porcini!!) assolutamente repellenti … come biasimarle dunque, se sono ben disponibili a qualche avventura con i terrestri? Quindi, i signori uomini sono avvisati: sappiate però che per poterle legare definitivamente ad una vita sulla terra ferma, è necessario sottrarre il cappellino rosso piumato (cohullen druith) che indossano abitualmente, senza il quale è preclusa loro ogni possibilità di ritorno agli abissi marini… La faccenda del cappellino è valida però solo per le sirene delle spiagge del Kerry, di Cork e di Waterford, mentre le signorine del nord si avvolgono di solito in una pelle di foca: anche in questo caso il furto della pellicciotta impedirà alla sirena (denominata “selkie”) di rituffarsi tra le onde e tornare alla sua umidissima magione sottomarina.
Una moglie sirena può costituire un buon affare, perché si dice che porti ricchezza e fortuna al marito, però - se riesce a ritrovare il cappellino o la pelle di foca - questa dolce creatura marina scapperà abbandonando marito e figli senza alcun rimpianto…
La parola gaelica “moruadh” deriva dall’insieme di muir (mare) e oigh(fanciulla): in italiche parole, si tratta insomma della sirena. A beneficio dei soli turisti di sesso maschile, la sirena viene facilmente avvistata sulle coste più selvagge dell’ovest; queste bellissime fanciulle non sono contrarie a frequentazioni umane, anche perché le poverette trovano i maschi della loro specie (verdi, puzzolenti, con i denti aguzzi ed occhi porcini!!) assolutamente repellenti … come biasimarle dunque, se sono ben disponibili a qualche avventura con i terrestri? Quindi, i signori uomini sono avvisati: sappiate però che per poterle legare definitivamente ad una vita sulla terra ferma, è necessario sottrarre il cappellino rosso piumato (cohullen druith) che indossano abitualmente, senza il quale è preclusa loro ogni possibilità di ritorno agli abissi marini… La faccenda del cappellino è valida però solo per le sirene delle spiagge del Kerry, di Cork e di Waterford, mentre le signorine del nord si avvolgono di solito in una pelle di foca: anche in questo caso il furto della pellicciotta impedirà alla sirena (denominata “selkie”) di rituffarsi tra le onde e tornare alla sua umidissima magione sottomarina.
Una moglie sirena può costituire un buon affare, perché si dice che porti ricchezza e fortuna al marito, però - se riesce a ritrovare il cappellino o la pelle di foca - questa dolce creatura marina scapperà abbandonando marito e figli senza alcun rimpianto…
Il Pooka
Ben lungi dal simpaticissimo, gigantesco coniglio bianco che rappresentava la guida spirituale di James Stewart nel film “Harvey”, il Pooka è in realtà un emerito rompiscatole, in grado di assumere varie sembianze e combinare un sacco di guai in ognuna di esse. Di volta in volta può assumere l’aspetto di un cavallo nero dagli occhi gialli, che galoppa selvaggiamente per ogni dove, rovinando i raccolti e schiacciando sotto gli zoccoli il bestiame, oppure può apparire come un folletto deforme, che reclama una parte del raccolto (per accontentarlo, i mietitori tralasciano a volte alcune strisce di messi). Ah, non disdegna neanche di apparire come un grosso caprone nero dalle corna a spirale, oppure come aquila dalla poderosa apertura alare…
Qualunque sia l’aspetto prescelto per le sue comparsate, ‘sto disgraziato è come un medicinale con gravi effetti collaterali: le galline non depongono più le uova, le vacche non danno più latte, ed i malcapitati viaggiatori che hanno la sfortuna d’incontrarlo durante le sue scorribande notturne, presto incappano in un fossato o in qualche zona pantanosa, cadendovi dentro.
Il Primo Novembre è il giorno sacro al Pooka che, per celebrarlo degnamente, fa sì che le more selvatiche colte dopo quel giorno siano tutte rovinate; insomma, trattasi di spirito animale maligno e dispettoso, da evitare assolutamente! Per fortuna però è anche un tipo che ama la solitudine, per cui vive di solito in zone remote ed inaccessibili...
Ben lungi dal simpaticissimo, gigantesco coniglio bianco che rappresentava la guida spirituale di James Stewart nel film “Harvey”, il Pooka è in realtà un emerito rompiscatole, in grado di assumere varie sembianze e combinare un sacco di guai in ognuna di esse. Di volta in volta può assumere l’aspetto di un cavallo nero dagli occhi gialli, che galoppa selvaggiamente per ogni dove, rovinando i raccolti e schiacciando sotto gli zoccoli il bestiame, oppure può apparire come un folletto deforme, che reclama una parte del raccolto (per accontentarlo, i mietitori tralasciano a volte alcune strisce di messi). Ah, non disdegna neanche di apparire come un grosso caprone nero dalle corna a spirale, oppure come aquila dalla poderosa apertura alare…
Qualunque sia l’aspetto prescelto per le sue comparsate, ‘sto disgraziato è come un medicinale con gravi effetti collaterali: le galline non depongono più le uova, le vacche non danno più latte, ed i malcapitati viaggiatori che hanno la sfortuna d’incontrarlo durante le sue scorribande notturne, presto incappano in un fossato o in qualche zona pantanosa, cadendovi dentro.
Il Primo Novembre è il giorno sacro al Pooka che, per celebrarlo degnamente, fa sì che le more selvatiche colte dopo quel giorno siano tutte rovinate; insomma, trattasi di spirito animale maligno e dispettoso, da evitare assolutamente! Per fortuna però è anche un tipo che ama la solitudine, per cui vive di solito in zone remote ed inaccessibili...
Il Changeling
Le fate irlandesi non sono buone madri, ecco perché spesso prendono i loro neonati (brutti sgorbi deformi, spesso zoppi e gobbi, grinzosi e malaticci) e li sostituiscono nella culla, rapendo qualche frugoletto umano dall’aspetto adorabile. Il sostituto che viene così brutalmente abbandonato - chiamato changeling - non ha vita lunga, ma nei suoi pochi anni ne combina veramente parecchie (e qui, ci spiace ammetterlo, non si comporta in modo poi così diverso da molti bimbi viziati e capricciosi!!). Innanzitutto frigna sempre, con acuti strilli insopportabili per le orecchie umane, ha sempre una fame insaziabile, ma soprattutto tende ad attirare la iella più nera sulla casa dei malcapitati genitori forzatamente adottivi. Ma siccome “ogni scarrafone è bello a’ mamma (adottiva) sua”, anche ‘sto misero sgorbio qualche pregio ce l’ha, per esempio è bravissimo a fare musica e sa suonare magistralmente il flauto di latta (tin whistle) o la cornamusa irlandese (uilleann pipe).
Nel caso una mamma umana non fosse comunque interessata a questo antipatico scambio, è bene sottolineare che vale la regola “prevenire è meglio che curare”: quindi non lodare o apprezzare troppo il proprio pargolo, ma soprattutto proteggere la culla in cui dorme sospendendovi un crocefisso benedetto.
Se invece il fattaccio è già avvenuto, prima di chiamare un esorcista per liberarsi di questo povero diavolo (in fondo si merita anche lui un po’ di simpatia…) è possibile applicare alcuni metodi “fai da te”, come costringerlo con l’astuzia a rivelare la sua vera età, oppure facendogli bere un thè a base di “digitalis”, che rivelerà la sua vera natura fatata e lo rispedirà tra i suoi simili.
Le fate irlandesi non sono buone madri, ecco perché spesso prendono i loro neonati (brutti sgorbi deformi, spesso zoppi e gobbi, grinzosi e malaticci) e li sostituiscono nella culla, rapendo qualche frugoletto umano dall’aspetto adorabile. Il sostituto che viene così brutalmente abbandonato - chiamato changeling - non ha vita lunga, ma nei suoi pochi anni ne combina veramente parecchie (e qui, ci spiace ammetterlo, non si comporta in modo poi così diverso da molti bimbi viziati e capricciosi!!). Innanzitutto frigna sempre, con acuti strilli insopportabili per le orecchie umane, ha sempre una fame insaziabile, ma soprattutto tende ad attirare la iella più nera sulla casa dei malcapitati genitori forzatamente adottivi. Ma siccome “ogni scarrafone è bello a’ mamma (adottiva) sua”, anche ‘sto misero sgorbio qualche pregio ce l’ha, per esempio è bravissimo a fare musica e sa suonare magistralmente il flauto di latta (tin whistle) o la cornamusa irlandese (uilleann pipe).
Nel caso una mamma umana non fosse comunque interessata a questo antipatico scambio, è bene sottolineare che vale la regola “prevenire è meglio che curare”: quindi non lodare o apprezzare troppo il proprio pargolo, ma soprattutto proteggere la culla in cui dorme sospendendovi un crocefisso benedetto.
Se invece il fattaccio è già avvenuto, prima di chiamare un esorcista per liberarsi di questo povero diavolo (in fondo si merita anche lui un po’ di simpatia…) è possibile applicare alcuni metodi “fai da te”, come costringerlo con l’astuzia a rivelare la sua vera età, oppure facendogli bere un thè a base di “digitalis”, che rivelerà la sua vera natura fatata e lo rispedirà tra i suoi simili.